Thursday, December 10, 2015

Che bella che sei, Bologna mia

Che bella che sei,
Bologna mia,
che mia non sei stata mai
(né di altro alcuno),
con questa pioggia che
ti cade sulle vesti.


Che bella che sei,
quando ti specchi nell'asfalto
e pari lastricata d'oro,
i tetti delle case inghiottiti dal nulla,
come se non ci fosse una fine,
come se fossimo immortali.


Che bella che sei,
ingiallita dai lampioni,
invecchiata e stanca,
con i graffiti degli anarchici
in luogo delle rughe.


Che bella che sei,
Bologna mia
(lasciati, lasciati chiamare mia!
Ché nella vita le illusioni
servono),
quando stai zitta,
quando non intervieni,
tanto lo sai che ai giovani
non si può proprio dire niente
(quanti ne avrai visti tu? Un miliardo,
forse due,
non di meno).


Che bella che sei,
Bologna mia,
quando sai e taci,
perché quelle cose
che vorresti dire ma non dici
noi, in fondo, le sappiamo già,
ed è per questo che -
hai capito, no?
Come quella volta,
erano le due di notte
ed io non ero
là dove sarei dovuta essere;
ballammo abbracciati
una canzone che conoscevamo entrambi.
Tu eri lì,
Bologna mia,
a spiarci dalla finestra
(anche se avevi gli occhi chiusi
e fingevi di dormire),
ma non dicesti nulla.