Dissi,
guardando
dritto
di
fronte
a
me
mentre
spostavo
automaticamente
i
piedi
– destro
sinistro
destro
sinistro
– senza
accorgermi
minimamente
delle
strade
che
stavo
percorrendo,
dissi,
Per
avere
una
libertà
di
scelta
maggiore,
bisogna
conoscere
a
fondo
le
possibili
varianti;
solo
in
questo
modo
si
può
prendere
una
decisione
consapevole.
Dissi,
Solo
dopo
aver
conosciuto
sia
il
Bene
che
il
Male,
dopo
averli
vissuti
completamente,
dopo
essersi
imbevuti
di
loro
fino
a
trasudarli
da
tutti
i
pori
corporei,
dopo
averli
esplorati
da
cima
a
fondo,
esaminato
ogni
singolo
angolo
buio
dello
scantinato
più
remoto,
solo
dopo
tutto
questo
si
può
dire
con
piena
responsabilità
di
voler
preferire
uno
all'altro.
Dissi,
E
dopo
averli
conosciuti,
bisogna
tenere
a
mente
quello
che
si
è
visto
e
provato,
bisogna
tenerlo
bene
a
mente,
bisogna
puntarselo
con
uno
spillo
nel
bel
mezzo
del
cervello,
in
modo
che
mai,
nemmeno
per
un
istante
della
propria
vita,
ci
sia
anche
solo
il
lontano
rischio
di
dimenticarsi
della
strada
da
dover
percorrere,
perché
altrimenti
sarebbe
il
caos,
il
panico,
e
si
tornerebbe
allo
stato
di
destabilizzazione
e
di
confusione
dal
quale
si
era
partiti.
Dissi,
Bisogna
ricordarsi
delle
conseguenze
di
uno
e
dell'altro,
perché
potrebbero
esserci
momenti
di
debolezza
nei
quali
si
è
tentati
di
trasgredire,
fuorviare
la
legge
che
ci
si
è
imposti,
di
mandare
tutto
al
diavolo
e
fregarsene,
e
ci
si
potrebbe
chiedere
Se
ho
voglia
di
fare
qualcosa,
perché
mai
non
potrei
farlo?
Dissi,
Perché
i
sentimenti
sono
bastardi,
si,
ti
fanno
dimenticare
tutto,
ti
accecano
la
ragione,
arrivano
a
rovinarti
la
vita
(nei
casi
estremi),
ma
bisogna
essere
forti,
meglio
darsi
un
pizzico
sulla
pancia,
soffrire
per
un
minuto
però
dopo
sentirsi
bene,
anzi,
sentirsi
addirittura
soddisfatti
della
propria
forza
e
della
propria
resistenza,
per
aver
resistito
non
solo
a
una
tentazione,
ma
anche
a
un
sentimento,
e
non
è
cosa
da
poco,
non
sempre
la
ragione
riesce
a
dominarli,
sono
così
poco
controllabili,
ma
bisogna
dare
il
meglio
di
sé
se
si
vuole
avere
una
vita
equilibrata
e
serena.
Lui
si
girò
verso
di
me
– anch'egli
stava
camminando
come
me
fissando
dritto
davanti
a
sè,
i
piedi
indipendenti
destro
sinistro
destro
sinistro
che
andavano
in
automatico
– si
fermò,
io
mi
fermai,
mi
guardò,
io
lo
guardai,
e
mi
disse,
a
voce
bassa,
calma,
pacata,
come
parlava
sempre
lui,
disse,
Ma
vaffanculo
tu
e
le
tue
seghe
mentali,
disse,
mi
strinse
forte
a
sé
e
mi
baciò.
(giugno 2011)
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